007 Skyfall:
Resurrezione di un mito
Quattro anni fa usciva il secondo capitolo dell’infinita saga di 007 con protagonista il biondo Daniel Craig. Poi più nulla. Tra i problemi finanziari della MGM e i vari ritardi di sceneggiatura, il progetto sembrava essersi ormai perso nel nulla. Dallo scorso 31 Ottobre (in anteprima rispetto gli USA), però, torna sui grandi schermi più splendente che mai James Bond con un regista premio Oscar e un cast stellare: arriva 007 Skyfall. James Bond (Daniel Craig; Millennium – Uomini che odiano le donne, Dream House) è a Istanbul nel tentativo di recuperare un’importante file che contiene i nomi di molti agenti dei servizi segreti ma, durante un corpo a corpo, viene ferito dal fuoco amico, cadendo in una cascata e dichiarato morto. A redigere il suo necrologio è M (Judi Dench; J. Edgar, Marigold Hotel) che lo ha sacrificato per un bene superiore. Quando però le cose all’MI6 si metteranno davvero a rischio Bond, sopravvissuto alla caduta e lontano dal mondo, deciderà di tornare al servizio di M contro il malvagio ed eccentrico Silva (Javier Bardem; Non è un paese per vecchi, Biutiful), un’ex agente “venduto” e torturato che ha coltivato la vendetta contro il suo ex direttore: M.
4 anni dopo
Era il Novembre del 2008 quando Quantum of Solace arrivava sul grande schermo, il primo sequel effettivo dell’agente 007 dopo i fatti del precedente, e migliore, Casino Royale (2006). La prima cosa che si nota in questo terzo film con protagonista Daniel Craig (in ottima forma) è la cura della sceneggiatura e del soggetto, dovuta proprio al tempo prolungato di attesa. Così da un fatto negativo né esce fuori questa piccola perla che si conferma come uno tra i migliori film di Bond, che quest’anno festeggia anche il suo cinquantesimo anno dal primo intramontabile episodio che vedeva nei panni dell’agente l’iconico Sean Connery: Licenza di uccidere (1962).
007: missione dark
Questa volta, molto più che in passato, la storia mette alla base il confronto dell’agente più famoso del mondo con il suo passato e il suo futuro e in tutto ciò alla base vi è il rapporto con la M(adre) interpretata splendidamente da Judi Dench (per la settima volta) e con un uomo che potrebbe essere la prospettiva del futuro dello stesso Bond, interpretato da un cupo quanto eccentrico (ed ossigenato) Javier Bardem. Intricato sarà il rapporto tra i tre e la profonda psicologia dei personaggi che premia la sceneggiatura e il regista dietro a questa grande impresa, ossia Sam Mendes (American Beauty, Revolutionary Road) che si conferma capace di inserire l’elemento di autorialità in una saga quanto più commerciale, “spogliando” totalmente Bond dal suo passato e dai suoi peccati e facendolo letteralmente “rinascere” per poter definitivamente andare avanti dopo, soprattutto, le vicende che lo hanno bloccato nei primi due episodi.
“Skyfall”, video ufficiale di Adele:
Dopo la visione di Skyfall (ancora una volta titolo ambiguo dal doppio significato) si ci può rendere conto di come si sia assistito ad un episodio di transito, successivo al blocco, alla sconfitta e alla vendetta amorosa dei primi due episodi e precursore dei prossimi due, che vedranno protagonista di certo ancora Daniel Craig. Tanti sono i richiami nella pellicola ad altri famosi episodi dell’agente 007 tra cui, la più esplicita, la presenza di Q e dell’intramontabile Aston Martin DB5 armata di tutto punto che richiama 007 – Bersaglio Mobile. Il personaggio di Kincade, guardiano della vecchia casa dei Bond, sembra essere costruito appositamente per Sean Connery (pare davvero che la parte fosse nata inizialmente per lui) e poi, senza dubbio le musiche e le battute giocano su tutti i momenti tipici degli episodi più celebri smontandoli per poi rimontarli a favore di questo nuovo Bond cresciuto, più responsabile e meno incline al dolore ed al sentimentalismo che, nel suo mestiere, possono essere fatali. Dopo un prologo mozzafiato e la musica di Adele che intona, appunto, “Skyfall”, il film si apre in un ottimo equilibrio tra toni dark, dialoghi brillanti e scene action tipiche del genere tenendo il pubblico attento per tutte le due ore e mezza (uno dei Bond più lunghi della storia) senza annoiare. Ottima la fotografia che accompagna i toni del film, scendendo in una sorta di inferno che lo stesso Bond si è costruito in tutti questi anni e a cui è ancora inevitabilmente aggrappato per poi potersi liberare e vedere, infine, una nuova luce.
Postato da Cinemio di Luca Arcidiacono
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