mercoledì 21 novembre 2012

Censura per 007 SKYFALL

Censure

007 SKYFALL:
"IL CIELO NON CADE” PER LA CINA


 di Antonio Talia
Twitter@AntonioTalia

Pechino, 20 nov.- “Skyfall”, l’ultimo film della serie 007, è ormai uscito sui grandi schermi di tutto il mondo tra la fine di ottobre e i primi di novembre, ma nella lista delle nazioni asiatiche pubblicata sul sito della MGM- Columbia Pictures spicca l’assenza della Cina. Gli studios di Hollywood hanno rinunciato a un mercato di centinaia e centinaia di milioni di spettatori? La questione, secondo numerose indiscrezioni riportate dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, sembra molto più delicata.



Anche se l’ultima avventura del James Bond impersonato da Daniel Craig è ambientata in minima parte a Macao, con riprese che hanno anche toccato Shanghai, sembra che la trama del film stia irritando il governo cinese. Senza svelare troppi dettagli, le ire di Pechino sono rivolte soprattutto all’avversario di turno di Bond, Raoul Silva, un ex agente dei Servizi britannici interpretato da Javier Bardem in servizio a Hong Kong tra il 1986 e il 1997, l’anno in cui il Regno restituisce ufficialmente alla Cina l’ex colonia.
Alla vigilia della cerimonia Silva s’introduce nel sistema internet del governo cinese senza l’autorizzazione di Londra. I servizi segreti di Pechino rapiscono sei agenti britannici e chiedono in cambio la consegna della spia: “M”, il capo dell’MI6 (i Servizi segreti di Sua Maestà) interpretato da Judi Dench, acconsente, e abbandona al suo destino Silva, che sarà imprigionato e torturato per sei lunghi anni dagli agenti cinesi, prima di riuscire a fuggire ed escogitare la sua vendetta contro Londra.


La vicenda del personaggio di Bardem è riassunta in una sola scena, ma sembra che sia stata sufficiente per provocare l’intervento della SARFT (State Administration of Radio Film and Television), l’organo governativo che controlla i media e decide quali film stranieri devono rientrare tra la ventina che ogni anno può essere distribuita nelle sale cinematografiche cinesi. Nel film viene mostrato esplicitamente l’impiego della tortura da parte dei militari di Pechino, un elemento della trama che la propaganda non intende accettare in alcun modo. Sul web i fan cinesi si sono scatenati: alcuni suggeriscono di ambientare questa parte di “Skyfall” in Corea del Nord, altri sostengono che la scena potrebbe essere semplicemente eliminata senza alcun grave danno alla trama. “Forse il film dovrebbe essere più specifico nell’indicare dove si svolgono esattamente le scene di tortura –scrive un utente- e nella versione cinese si potrebbe affermare in maniera esplicita che è accaduto a Chongqing”: quest’ultimo commento, tra il serio e l’ironico, pone un altro delicato problema, suggerendo confronti tra la finzione di “007- Skyfall” e la realtà che probabilmente il governo di Pechino non ha alcuna intenzione di stabilire. Chongqing infatti è la megalopoli della Cina sudorientale dove nel novembre dello scorso anno venne trovato morto il cittadino britannico Neil Heywood –che secondo alcune voci smentite dal governo di Londra sarebbe stato anche un confidente dell’MI6- , una morte misteriosa che si è trasformata in condanna per omicidio a carico di Gu Kailai, moglie dell’ex leader Bo Xilai, e ha spalancato le porte al più grave scandalo politico della Cina degli ultimi decenni.


Al momento le voci riportate dal South China Morning Post sembrano impossibili da dimostrare. Se dovessero rivelarsi vere, non si tratterebbe certo della prima volta in cui un blockbuster straniero cade sotto la scure della SARFT per ragioni politiche: nel 2003 era toccato a “The Departed”, capolavoro di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio, Matt Damon e Jack Nicholson, in cui una breve scena mostrava agenti cinesi intenti a rubare segreti tecnologici Made in Usa, e un personaggio pronunciava la frase “tra dieci anni saremo in guerra con la Cina”. Ancora peggio è andata a “Alba Rossa”, remake di un film fantapolitico degli anni ’80 in cui Cuba e Unione Sovietica invadevano gli Usa. Nella nuova versione il ruolo del cattivo è ovviamente toccato alla Cina, grave errore di sceneggiatura che ha costretto gli studios hollywoodiani a spendere quasi un milione di dollari in computer grafica per trasformare i militari cinesi in cattivi nordcoreani, mossa suggerita dal marketing per non causare la ritorsione di Pechino, che secondo varie fonti avrebbe minacciato di chiudere per sempre il mercato cinese alla casa di produzione del film.

Intanto nelle edicole di Pechino settimanali e magazine patinati continuano a celebrare i 50 anni di 007 in copertina, mentre secondo le fonti del SCMP la trattativa tra Hollywood e autorità cinesi prosegue. Ma forse, in Cina, “il cielo non può cadere”.
Postato da AgiChina24

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