interviste
Britt Ekland,
fascinosa Bond girl in
"L'Uomo dalla pistola d'oro"
Potrebbe raccontarci qualcosa della sua esperienza italiana?
D'altronde è noto che lei ha mossi i primi passi proprio in Italia.
Britt Ekland: Certamente! E lo faccio con grande piacere visto che è stato un periodo meraviglioso della mia vita e di cui ho molti bei ricordi, anche grazie ai tanti giornalisti italiani che mi hanno anche rinfrescato la memoria. Nei miei anni qui ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori attori italiani come Alberto Sordi, Totò, Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale. Ricordo in particolare l'esperienza avuta con Liliana Cavani per I Cannibali perché fu un film in cui dovetti cambiare totalmente la mia immagine per interpretare una donna poco attraente e molto seria. Mi manca molto quel periodo, l'atmosfera era molto diversa da oggi. Era l'inizio dell'era dei paparazzi, ma si aveva un buon rapporto con loro, mentre oggi sono dappertutto e rispettano troppo poco la privacy.
Che ricordi ha invece del suo Agente 007, L'uomo dalla pistola d'oro?
Essere in quel film per fu semplicemente l'avverarsi di un sogno. Era dai tempi del primo Bond che desideravo partecipare a un suo film, specie dopo aver visto Ursula Andress in Agente 007, Licenza di Uccidere. Prima di lei nessuna donna era mai apparsa sullo schermo in modo così sensuale. Perciò quando Albert R. Broccoli (il produttore di L'uomo dalla pistola d'oro, ndr) mi chiamò per propormi la parte di Mary Goodnight ero al settimo cielo e logicamente accettai.
E come si trovò a lavorare in uno 007?
Molto bene, non fosse altro perché ero al fianco di Roger Moore, per me il miglior Bond in assoluto. Oltre alla sua bravura Roger è una delle persone più squisite che abbia mai conosciuto in questo ambiente, assolutamente distante dall'immagine classica che si ha del divo del cinema. Non è un caso che siamo ancora amici e che ogni volta che ci incontriamo, è come se non fosse cambiato niente in tutto questo tempo.
Cosa pensa dell'evoluzione dei personaggi femminili nell'universo degli 007? Non trova che progressivamente la Bond girl abbia acquisito maggiore carisma e forza fino a raggiungere l'atipicità del personaggio di Eva Green in Casino Royale? Ripensando poi che il suo personaggio esce dalle pagine del primo romanzo di Fleming sembra quasi che fosse troppo avanti sui tempi.
In un certo senso è vero, anche se come hai giustamente ricordato il suo personaggio viene fuori dal primo romanzo di Fleming. In generale è vero che i personaggi femminili dei film di 007 sono cambiati e questo credo sia dovuto al fatto che le donne di oggi sono profondamente diverse da quelle di trent'anni fa e anche gli uomini, anzi soprattutto gli uomini che sono molto più portati a mostrare il loro lato femminile. Negli anni '60 questo non era ammissibile. Gli uomini dovevano essere uomini e le donne dovevano sembrare fragili. C'era però un gioco di ruoli che funzionava, mentre se le donne si comportano come uomini, perdono sensualità e non c'è divertimento. Eppure mentre la donna è cambiata, il personaggio di Bond è rimasto intatto in tutti questi anni, forse perché ha questo potere: non muore mai! (ride). Qualsiasi cosa accada lui non muore mai. Il pubblico lo sa ed è questo che piace terribilmente.
E' per questo motivo quindi che, nonostante il mondo del cinema sia in continuo cambiamento, il mito di Bond rimane integro e il suo personaggio attraversa i tempi e le generazioni senza particolari problemi?
Credo di sì. In fondo basterebbe pensare anche ai film di maggior successo; sono così pochi quelli che possono reggere sulle spalle un'intera saga. Forse solo Il Signore degli anelli o Star Wars possono essere paragonati a James Bond, ma neanche, perché Bond esiste al cinema dal 1962. James Bond è 007, nient'altro conta. Senza di lui non c'è film e niente può accadere. Può essere interpretato da un attore o da un altro, può girare in Africa o in Russia, ma ciò che conta è che ci sia, perché il suo mito non può morire, come la sua aurea da borghese elegante e sofisticato. E' questo che affascina indifferentemente qualsiasi generazione che si trova a guardare i suoi film.
Per concludere, ci interessava molto sapere la sua opinione riguardo il film Tu chiamami Peter. Ho letto che non le è affatto piaciuto il modo in cui è stata raccontata la sua vita e quella del suo ex marito Peter Sellers.
C'è onestamente da dire che Geoffrey Rush è un attore fantastico e la sua interpretazione è eccezionale, ma per il resto il film era totalmente irrealistico. Semplicemente quella non è stata la mia vita. Non è cosi che ho conosciuto Peter Sellers e non è così che è andata a finire. Mi spiace che si siano totalmente rifiutati di usare fonti attendibili come il mio libro autobiografico che forse poteva essere utile. Non ho avuto nessun tipo di controllo su quel film. Purtroppo è andata così.
D'altronde è noto che lei ha mossi i primi passi proprio in Italia.
Britt Ekland: Certamente! E lo faccio con grande piacere visto che è stato un periodo meraviglioso della mia vita e di cui ho molti bei ricordi, anche grazie ai tanti giornalisti italiani che mi hanno anche rinfrescato la memoria. Nei miei anni qui ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori attori italiani come Alberto Sordi, Totò, Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale. Ricordo in particolare l'esperienza avuta con Liliana Cavani per I Cannibali perché fu un film in cui dovetti cambiare totalmente la mia immagine per interpretare una donna poco attraente e molto seria. Mi manca molto quel periodo, l'atmosfera era molto diversa da oggi. Era l'inizio dell'era dei paparazzi, ma si aveva un buon rapporto con loro, mentre oggi sono dappertutto e rispettano troppo poco la privacy.
Che ricordi ha invece del suo Agente 007, L'uomo dalla pistola d'oro?
Essere in quel film per fu semplicemente l'avverarsi di un sogno. Era dai tempi del primo Bond che desideravo partecipare a un suo film, specie dopo aver visto Ursula Andress in Agente 007, Licenza di Uccidere. Prima di lei nessuna donna era mai apparsa sullo schermo in modo così sensuale. Perciò quando Albert R. Broccoli (il produttore di L'uomo dalla pistola d'oro, ndr) mi chiamò per propormi la parte di Mary Goodnight ero al settimo cielo e logicamente accettai.
E come si trovò a lavorare in uno 007?
Molto bene, non fosse altro perché ero al fianco di Roger Moore, per me il miglior Bond in assoluto. Oltre alla sua bravura Roger è una delle persone più squisite che abbia mai conosciuto in questo ambiente, assolutamente distante dall'immagine classica che si ha del divo del cinema. Non è un caso che siamo ancora amici e che ogni volta che ci incontriamo, è come se non fosse cambiato niente in tutto questo tempo.
Cosa pensa dell'evoluzione dei personaggi femminili nell'universo degli 007? Non trova che progressivamente la Bond girl abbia acquisito maggiore carisma e forza fino a raggiungere l'atipicità del personaggio di Eva Green in Casino Royale? Ripensando poi che il suo personaggio esce dalle pagine del primo romanzo di Fleming sembra quasi che fosse troppo avanti sui tempi.
In un certo senso è vero, anche se come hai giustamente ricordato il suo personaggio viene fuori dal primo romanzo di Fleming. In generale è vero che i personaggi femminili dei film di 007 sono cambiati e questo credo sia dovuto al fatto che le donne di oggi sono profondamente diverse da quelle di trent'anni fa e anche gli uomini, anzi soprattutto gli uomini che sono molto più portati a mostrare il loro lato femminile. Negli anni '60 questo non era ammissibile. Gli uomini dovevano essere uomini e le donne dovevano sembrare fragili. C'era però un gioco di ruoli che funzionava, mentre se le donne si comportano come uomini, perdono sensualità e non c'è divertimento. Eppure mentre la donna è cambiata, il personaggio di Bond è rimasto intatto in tutti questi anni, forse perché ha questo potere: non muore mai! (ride). Qualsiasi cosa accada lui non muore mai. Il pubblico lo sa ed è questo che piace terribilmente.
E' per questo motivo quindi che, nonostante il mondo del cinema sia in continuo cambiamento, il mito di Bond rimane integro e il suo personaggio attraversa i tempi e le generazioni senza particolari problemi?
Credo di sì. In fondo basterebbe pensare anche ai film di maggior successo; sono così pochi quelli che possono reggere sulle spalle un'intera saga. Forse solo Il Signore degli anelli o Star Wars possono essere paragonati a James Bond, ma neanche, perché Bond esiste al cinema dal 1962. James Bond è 007, nient'altro conta. Senza di lui non c'è film e niente può accadere. Può essere interpretato da un attore o da un altro, può girare in Africa o in Russia, ma ciò che conta è che ci sia, perché il suo mito non può morire, come la sua aurea da borghese elegante e sofisticato. E' questo che affascina indifferentemente qualsiasi generazione che si trova a guardare i suoi film.
Per concludere, ci interessava molto sapere la sua opinione riguardo il film Tu chiamami Peter. Ho letto che non le è affatto piaciuto il modo in cui è stata raccontata la sua vita e quella del suo ex marito Peter Sellers.
C'è onestamente da dire che Geoffrey Rush è un attore fantastico e la sua interpretazione è eccezionale, ma per il resto il film era totalmente irrealistico. Semplicemente quella non è stata la mia vita. Non è cosi che ho conosciuto Peter Sellers e non è così che è andata a finire. Mi spiace che si siano totalmente rifiutati di usare fonti attendibili come il mio libro autobiografico che forse poteva essere utile. Non ho avuto nessun tipo di controllo su quel film. Purtroppo è andata così.
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