Quel Martini
in
attesa di Daniel Craig
di Luca Bonacini
Dopo il viaggio, ci godemmo il tanto atteso
Martini preparato con tutta la perizia possibile da Ilio Chiocci. Il bar Canova del Villa d’Este di
Cernobbio era diventato Bond Point classic
nel 2004 durante la reggenza dell’allora General Manager Ezio Indiani, a
cui era stata consegnata l’esclusiva targa, posta subito dopo tra le bottiglie
pregiate a simboleggiare l’appartenenza del bar Canova ai luoghi preferiti dall’agente segreto.
Due anni dopo tornavamo al
Villa d’Este, tempio di eleganza e di piacevolezza, da sempre il regno di Ilio
Chiocci campione nell’arte del mixing e delle relazioni. Una sosta
all’esclusivo hotel per salutare l’amico barman e poi raggiungere il set di Casinò Royale presso Villa
Gaeta e Villa Balbianello, dove Pietro Carlo Ferrario era stato invitato a
partecipare ad alcune scene. La serata prese subito una piega interessante,
Ilio era in gran forma e snocciolava aneddoti a profusione sulla sua carriera,
mentre era atteso Daniel Craig,
ospite dell’Hotel da qualche giorno. L’attore benché al primo film di 007 era
già stato preceduto dalla sua fama e un servizio d’ordine impeccabile lo
proteggeva dagli scatenati fan. Una scelta molto discussa quella di scegliere
quell’attore con i tratti somatici cosi diversi dai suo predecessori, e all’apparenza
cosi inadatto al ruolo.
I giornali del mondo avevano fatto un pandemonio
scatenando gli appassionati di James
Bond e arrivando a dividere in due partiti l’opinione pubblica: pro e
contro Craig. Decidemmo di rimanere ancora un po’ al bar con la segreta
speranza di incontrare Daniel Craig, ma anche conquistati dalla vita
avventurosa di Ilio e dai fasti di quell’albergo cosi antico tra i migliori dieci al mondo, nell’esercizio
del suo compito aveva conosciuto re e regine, capi di stato e attori famosi, ma
ne parlava con la riservatezza che si addice al suo incarico, spesso aveva
ricevuto confidenze da parte dei blasonati ospiti del Villa d’Este, e le
custodiva, riuscendo lo stesso ad affascinarci nel narrarne le gesta, senza mai
sconfinare nel gossip, del resto, non si resiste tanti anni al Villa d’Este se
non si ha nel dna la discrezione. Quanti grandi nomi hanno solcato quella
soglia, anche quando ancora non era hotel ma un esclusiva residenza nobiliare: Virgilio, Plinio, Shelley, Stendhal, Byron,
Bellini, Rossini, Verdi, Listz, Puccini, e quanti divi di Hollywood soggiornarono a Villa D'Este da Greta Garbo a Bette Davis, da Elizabeth Taylor ad Alfred Hitchcock, da
Clarke Gables a Gary Cooper da Mel Gibson a Woody Allen da Sharon Stone a
Madonna, personaggi di grande notorietà che hanno scelto questa magione
proprio per l'eccezionale cucina, le lussuose suite, gli elevati standard di servizio e di sicurezza. Ma quella sera Ilio volle farci un regalo, ben sapendo
della nostra passione che dopo la costituzione del circuito ci aveva portato a
realizzare un volume sui luoghi preferiti da Bond, inoltre sapeva che in uno
dei lussuosi salotti vista lago dell’hotel, erano accomodati Barbara Broccoli e Michael G.Wilson figli di Cubby
Broccoli nonché produttori di Casinò Royale, e di molti altri film della saga,
insieme ai parenti più cari. Beh amici, quella sera Ilio Chiocci decise di
contravvenire alla prima regola del capo barman, che consiste nel “non disturbare l’ospite”. Si avvicinò
ai due famosi produttori inglesi e gli chiese di dedicarci qualche minuto. Forse
sapeva di poter osare, ma rischiò comunque di indispettirli. La fortuna aiuta gli audaci. Andò bene,
gli regalammo una copia del volume, furono gentili e cordiali, e ci scappò
anche una foto. Terminato il Martini potemmo proseguire per il set.
Grazie Ilio!
da sx : Ferrario, Broccoli, Bonacini, Wilson, Chiocci |
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