Il Fiore
Poliziotto:
la pianta che stana gli esplosivi
Questa
volta è la ricerca a precedere la sezione Q dell’MI6
inventandosi un vegetale
che potrebbe essere molto utile agli 007
Nel giro di qualche anno la sicurezza
aeroportuale sarà affidata a plotoni di piante
addestrate a riconoscere esplosivi e armi chimiche. Ecco i dettagli di un
curioso progetto del Dipartimento della Difesa americano. Dimenticatevi body
scanner, nasi elettronici e tecnologie da film di James Bond: la nuova frontiera
della lotta al terrorismo passa… per l’orto. Una biologa dell’ Università del
Colorado, con la collaborazione del Dipartimento della Difesa degli Stati
Uniti, è infatti riuscita a mettere a punto una pianta capace di rilevare gli esplosivi. «Le piante non possono
scappare di fronte al pericolo», ha spiegato qualche giorno fa ai media June
Medford, la responsabile del progetto, «se vengono attaccate devono reagire». Quando una pianta viene per esempio
infestata da un parassita, inizia a secernere alcune sostanze chiamate terpeni
il cui compito è quello di ispessire lo strato protettivo esterno del fogliame
rendendolo più resistente. In questo meccanismo giocano un ruolo chiave
alcuni recettori proteici che si trovano nel DNA del vegetale: sono loro che
avvertono il pericolo e scatenano la
risposta difensiva della pianta. La Medford e il suo team hanno sviluppato
un modello computerizzato che permette loro di manipolare queste proteine
rendendole reattive ai componenti chimici di esplosivi, sostanze tossiche,
veleni e inquinanti vari. Dal punto di vista pratico, quando la pianta OGM percepisce la presenza di esplosivi diventa
improvvisamente bianca. L’idea è quella di piantarla in aeroporti, stazioni
e tutti i luoghi a rischio di attentato. E visto che questo recettore proteico
può vivere in ogni pianta, potrà essere impiegato in tutto il mondo senza
problemi di clima o stagionalità, all’aperto o al chiuso. Il progetto, partito
nel 2003, è stato finanziato a più riprese dal Dipartimento della Difesa con
oltre 8 milioni di euro. Al momento le piante della Medford riescono a scoprire con una discreta precisione il TNT,
ma lavorano in laboratori a luce e temperatura costante, senza vento e in
condizoni operative molto distanti da quelle reali. Prima di poterle impiegare
concretamente a fianco dei poliziotti passeranno almeno altri 3-4 anni.
Obiettivo della ricercatrice è quello di mettere
a punto piante antiesplosivo sensibili come il naso di un cane.
Link : @LTLUKT
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