martedì 23 aprile 2013

CARLO JACONO : IL RITRATTO DI 007



Carlo Jacono
illustratore di alcune delle più suggestive copertine 
delle prime edizioni di 007 in Italia

di Luca Bonacini



Uno dei protagonisti involontari del mondo Bond italiano è rappresentato dal pittore Carlo Jacono (1929-2000). Fu grazie alla sua arte se vennero realizzate migliaia di copertine di libri mystery e thriller per la collana di spionaggio “Segretissimo” della casa editrice Mondadori, oltre 1.150 copertine, con gli agenti segreti più famosi, e le ragazze-spia più sexy del mondo. E’ risaputo che la copertina fa comprare il libro, e se è indovinata induce all’ acquisto, facendo sognare avventure mirabolanti, cosa che accadeva puntualmente anche per gli 007 illustrati da Carlo Iacono, che dipinse alcuni dei più coinvolgenti ritratti di James Bond, uno fu preparato per un’edizione speciale del racconto di Ian Flemig UN QUANTUM DI SICUREZZA, con il volto di Roger Moore e un’ispirazione proveniente più dai film che dal racconto in sé, un altro fu dipinto per un SuperSegretissimo con le novelization di Christopher Wood da LA SPIA CHE MI AMAVA e MOONRAKER, anche se nell’edizione finale del libro non fu utilizzata e fu sostituita con l’immagine di un film. Un altro ancora fu dipinto per un SuperSegretissimo con la riedizione dei romanzi di John Gardner OPERAZIONE SCORPIUS e MISSIONE INVINCIBLE. Qui Bond riprende le sembianze di Sean Connery.





per saperne di più :

1929 L'ANNO DI CARLO JACONO E DEL GIALLO MONDADORI
TRATTO DA : IL CERCHIO GIALLO WEB

Se oggi pensiamo al giallo per antonomasia spontaneamente viene in mente un libro, dallo sfondo giallo appunto, con un cerchio rosso che racchiude una bella illustrazione, e probabilmente quella tempera porta la firma di Carlo Jacono. Per oltre trent’anni, dal numero 108 del del 10 febbraio 1951 fino al numero 1952 del del 20 giugno 1986, quel giovane diplomato all’Accademia, approdato in Mondadori per felice intuizione del direttore storico Alberto Tedeschi, ha firmato le copertine della più diffusa rivista italiana del settore, quel “Giallo Mondadori” che nel 1929 aveva collegato per sempre un colore al genere poliziesco e investigativo. Jacono ha illustrato, per lo stesso editore, anche la collana di spionaggio “Segretissimo” e molti romanzi di fantascienza della mitica rivista “Urania” (comprese numerose illustrazioni interne) e pur essendo la sua attività di artista molto varia, il suo nome resta legato a quei gialli che, peraltro, leggeva pochissimo. Anche a lui è accaduto come a Walter Molino con le copertine della “Domenica del Corriere”, o come a Kurt Caesar prima, e a Karel Thole dopo, per “Urania”: associare, settimana dopo settimana, il proprio nome e il proprio stile a una testata di grande successo genera un’identità che l’autore può gradire o meno, a seconda che la viva come gratificazione o come gabbia. Tutti gli illustratori che hanno lavorato per le collane popolari mondadoriane caratterizzate dal cerchio (giallo, spionaggio o fantascienza che fosse) si sono scontrati con lo stesso problema tecnico: vincere la battaglia con quel cerchio, “l’unica cosa che in trent’anni non ho ancora digerito” confessava Jacono in un’intervista alla rivista “WOW” nel 1979. E l’unica via praticabile era non tenerne quasi conto, “applicandolo” solo alla fine e, spesso, suggerendolo soltanto, ridotto a poco più di un settore circolare. I ritmi e i tempi della produzione editoriale erano tali, negli anni '80 era arivato a realizzare 14 copertine al mese, da non consentire agli autori, nella maggior parte dei casi, di leggere le storie che dovevano illustrare. Alberto Tedeschi raccontava avventurosi aneddoti a proposito di trame raccontate per telefono, di foglietti di appunti di poche righe, di parole-chiave buttate lì per dare un minimo di soggetto al disegnatore perché ci fosse qualche elemento in comune tra testi e disegno. Potevano derivarne travisamenti e malintesi di tutti i generi, ma ai lettori era sufficiente avere una bella immagine di genere, spesso solo simbolica. Del resto le nostre copertine venivano spesso riutilizzate all’estero per titoli completamente diversi, motivo per cui alla descrizione rigorosa di una scena del romanzo si è andata sempre più sostituendo un’immagine generica svincolata da qualsiasi testo. Del settembre del 2000, dopo la morte di Carlo Jacono, è operativo L’ARCHIVIO JACONO la cui missione ambiziosa è recuperare le opere originali dell'artista, organizzarle e renderle “note” al pubblico. In quest'ottica è nato, in collaborazione con il cerchio giallo, il premio Carlo Jacono per l'illustrazione (gialla) a cura di Riccardo Mazzoni. Curatore dell’archivio è Maria Grazia Jacono che ha fatto dell’archivio un’opera unica in Italia: 3.600 tavole raccolte, 1500 catalogate e fotografate.

Nessun commento:

Posta un commento