mercoledì 3 aprile 2013

IL MARTINI DI JAMES BOND secondo Umberto Eco



Sì, ma cosa beve James Bond?
di Umberto Eco
Dall'Espresso del 28.03.2013




La questione è intricatissima. E non bisogna fidarsi dei film, specie doppiati. Meglio leggere direttamente Fleming. Tenderei quindi a escludere la tesi che si facesse servire Martini con il vermouth rosso e dolce.

Leggo, in una lettera inviata su "Sette" a Antonio D'Orrico, che in una recente traduzione di "Vivi e lascia morire" James Bond ordina un cocktail Martini con Martini "rosso". Eresia parlare di un Martini con vermouth dolce, e una traduzione italiana precedente parlava di gin e Martini e Rossi, che è un'altra faccenda. E' vero che secondo alcune antiche cronache i primi cocktail Martini inventati in America nell'Ottocento sarebbero stati fatti di due once del "Martini and Rosso" italiano, un'oncia di gin Old Tom, più del maraschino e qualche altro ingrediente che suscita l'orrore di ogni persona bene educata. Ma, se pure il Martini Rosso appare nel 1863, secondo altri esperti il cocktail Martini si diffonde inizialmente nella forma attuale non usando il vermouth Martini bensì il Noilly Prat, e il nome Martini sarebbe associato al cocktail originario vuoi a causa di una località californiana (Martinez) vuoi dal nome Martinez di un barman. Insomma, su tutta questa intricatissima vicenda si veda il fondamentale "Martini straight up"di Lowell Edmunds, tradotto nel 2000 in Italia da Archinto come "Ed è subito Martini".




Ora, che cosa beve James Bond? In realtà beve di tutto e rimane famoso l'incipit di "Goldfinger" che, reso malamente nella traduzione del 1964, recitava "James Bond stava seduto nella sala d'aspetto dell'aeroporto di Miami. Aveva già bevuto due bourbon doppi e ora rifletteva sulla vita e la morte" – come se oltretutto Bond attendesse l'aereo come un passeggero della turistica. Invece scriveva Fleming (maestro di stile): «James Bond, with two double bourbon inside him, sat in the final departure lounge of Miami Airport and thought about life and death». Ma il primo Martini che 007 beve, in "Casino Royale" (e non "Casinò Royal" come nell'edizione italiana) è quello che poi sarebbe passato alla storia come Vesper Martini: «Tre misure di Gordon, una di vodka, mezza di China Lillet. Versate nello shaker, agitate sino a che è ben ghiacciato e poi aggiungete una bella di scorza di limone». Il China Lillet è un altro e più raro tipo di vermouth dry, e Bond berrà un Vesper Martini anche nel film "Quantum of solace".




In realtà Bond beve di solito il Martini come lo conosciamo noi ma, quando lo ordina, specifica «shaken, not stirred», il che vuole dire mettere gli ingredienti in uno shaker da agitare o scekerare (come avviene con vari altri cocktail) ma non mescolato in un mixer. Il problema è piuttosto che da Hemingway in avanti per fare un buon Martini si versano in un mixer già pieno di ghiaccio una dose di Martiny Dry, si versa il gin, si mescola o "mixa", e si filtra il liquore nel classico bicchiere triangolare in cui alla fine si inserirà l'oliva. Ma gli intenditori vogliono che, dopo versato il Martini e mescolato ben bene, si ponga una griglia sopra il mixer, si butti via il vermouth così che ne rimanga solo una patina a insaporire i cubetti, solo dopo si versi il gin e infine si filtri il gin ben freddo e insaporito di dry. Il rapporto tra gin e vermouth varia da intenditore a intenditore, compresa la versione per cui si dovrebbe soltanto far passare un raggio di luce attraverso la bottiglia del vermouth sino a toccare il ghiaccio, e basta. Nella versione che gli americani chiamano Gin Martini invece di Martini Cocktail si versa nel bicchiere anche il ghiaccio, ma i raffinati ne inorridiscono. Come mai un intenditore come Bond vuole il Martini scekerato e non mixed? C'è chi sostiene che se il Martini viene scekerato si introduce più aria nella mistura (si dice "bruising the drink") migliorandone il sapore. Ma personalmente non ritengo che un gentiluomo come Bond voglia il Martini scekerato. Infatti ci sono siti Internet che asseriscono che la frase, se appare nei film, non appare mai nei romanzi (così come in Conan Doyle non appare mai "elementare caro Watson"), se non forse a proposito del discusso Vodka Martini. Ma confesso che, se avessi dovuto controllare su tutta l'opera omnia di Fleming, chissà quando avrei scritto questa bustina.

Link : L'Espresso

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