martedì 23 aprile 2013

JOHN PEARSON biografo di IAN FLEMING


JOHN PEARSON  
il BIOGRAFO di IAN FLEMING

di Luca Bonacini




Una mattina fredda del febbraio 2004 l’aereo atterrò al Catullo di Verona. L’anziana coppia elegante in quegli abiti un pò d’antàn ritirò i bagagli e ci venne incontro. Ci apprestammo ad accoglierli. Si stava verificando un piccolo grande evento, una delle poche persone ancora viventi che aveva conosciuto Ian Fleming, veniva in Italia, e più precisamente a Modena alla presentazione del volume “Mai dire mai a un Martini dry” edito da Aliberti. John Pearson affabile e cordiale insieme alla moglie aveva collaborato a quel volume con un breve racconto su James Bond, un tema a lui molto caro, era un giornalista e scrittore noto in Inghilterra, per aver curato le biografie di Paul Getty, e Lady Diana, oltre naturalmente a quella di Ian Fleming suo amico e collega al Sunday Times. Dopo mesi di mail e telefonate eravamo riusciti a convincerlo a tornare in Italia, per partecipare a quella serata in onore di Bond. A lui si deve la biografia forse più fedele della vita di Ian Fleming oltre alla “the James Bond Biography”, godibile affresco dell’adolescenza e della giovinezza di 007, un volume nel tempo rivalutato e che in questi giorni viene rieditato in Inghilterra. Accomodato all’Hotel Canalgrande e portato a pranzo ad assaggiare la cucina modenese, alla sera era l’ospite d’onore all’happening presso il Ristorante Baluardo. Salito sul palco per dare il suo contributo a quella serata speciale tutta 007, era in compagnia di una trentina di scrittori e giornalisti coinvolti in quella operazione editoriale anomala: ognuno di essi aveva realizzato un racconto breve su James Bond ambientandolo all’interno di uno dei trenta Bond Point italiani, realizzando quindi una galleria di personaggi tutti diversi fra loro ma in qualche modo accomunati dall’essere 007, c’era un Bond bambino, uno anziano, uno con l’Halzeimer, uno gay. 



Alcuni grandi nomi del giornalismo avevano contribuito al volume da Edmondo Berselli a Valerio Massimo Manfredi, da John Hemingway a Marco Vichi, da Guido Conti a Andrea Pinketts, e avevano entusiasticamente partecipato alla serata. Quando diedero la parola a John Pearson la sala gremita ammutolì, il suo italiano/inglese si faceva capire benissimo e catturò l’attenzione dei presenti, ognuno di essi segretamente bondiano. Aneddoti di vita, particolari inediti, e piccole curiosità sul maestro Ian Fleming raccontati da un testimone molto speciale. Martini shaken not stirred a profusione nel proseguo della serata, e una speciale cena a tema sulla colazione dell’agente segreto realizzata con estro da Luca Marchini al ristorante Erba del re, insieme ad ospiti che animarono la serata con interventi sul mondo Bond, c’era il presidente dell’Aston Martin club, c’era Mauro Lotti il barman italiano che aveva conosciuto più attori della saga; il presidente del Bentley Club italiano; Barbara Ronchi della Rocca, una giornalista e scrittrice che aveva partecipato all’ultimo viaggio del transatlantico Britannic; John Patrick Hemingway nipote del famoso scrittore che ricordava quanto il nonno Ernest amasse Bond e portasse i suoi figli a vedere i film della saga; ospiti animati da un particolare entusiasmo felici di essere lì per celebrare un personaggio cosi amato, che arricchirono la cena con gustosi aneddoti. Il giorno dopo riuscimmo a visitare un acetaia e anche a pranzare, non con aragoste e granchi di Creb Key, ma con i tortellini in brodo di mia suocera lasciando alla coppia un ricordo di Modena anche gastronomico, prima che riprendessero il volo per Londra. 

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