mercoledì 27 febbraio 2013

SMOKING : UNIFORME DELL'AGENTE SEGRETO


Il bon(d) ton di Bond, 
James Bond.
di Marizia Gandolfi
(Un)Dressing Movie. La stoffa di cui sono fatti i sogni.



Segno vestimentario inequivocabile di James Bond è lo smoking. Divisa nobile, l’abito nero (tra)veste da mezzo secolo l’identità dell’agente 007, emerso dall’acqua sulla riva notturna e dentro una muta subacquea indossata sopra un impeccabile smoking. Irrevocabile come la licenza di uccidere, inossidabile come il suo mito, il black tie è diventato il suo biglietto da visita per entrare nell’immaginario collettivo. Concepita per ambienti caldi e riscaldati, la smoking jacket si accompagna bene con un vodka Martini shakerato, non mescolato, ‘rivestendo’ la ricreazione di un cavaliere senza paura capace di esorcizzare ieri come oggi fobie collettive. Se i film che raccontano le sue gesta hanno un valore cinematografico trascurabile, patendo errori di regia, sconnessioni nel montaggio, falle negli impianti narrativi, i Bond movie restano comunque indimenticabili per alchimie irriducibili a qualsiasi considerazione critica. L’innegabile fascino esercitato dalla spia di Ian Fleming risiede forse e risiede anche in una singolare ‘uniforme’ che custodisce la distintiva raffinatezza del personaggio, incarnato per la prima volta da Sean Connery (Agente 007 – Licenza di uccidere). Praticamente sconosciuto nel ’62 e destinato alla maniera di Daniel Craig a ruoli di supporto, lo scozzese Sean Connery infila lo smoking ‘tagliato’ da Anthony Sinclair e si guadagna la licenza di piacere per sempre. La sua eleganza, di tradizione anglosassone e vestita da uno stilista britannico, si contraddistingue per quella tendenza a evocare piuttosto che a mettere in mostra, corrispondendo alla perfezione i costumi del tempo e la virtù delle sue Bond Girl, amanti appassionate all’insegna del pudore nei loro parzialissimi nudi. Il fascino discreto di Connery lo eredita diversi film e avventure dopo il Bond charmant di Pierce Brosnan dentro il taglio italiano di Brioni. Con l’attore irlandese lo smoking si lascia alle spalle la Guerra Fredda e attraversa manierato nuove minacce globali, rimandando la morte e il domani. Il mondo non basta a contenere la presenza scenica di Brosnan, coccolato da variazioni scalari che ne esaltano particolari e dettagli, la camicia bianca con doppi polsi e i gemelli da regolare tra un’azione e l’altra, sfoggiando un Omega resistente e affidabile quanto la spia di cui è al servizio. Se Jason Bourne e Ethan Hunt ne fanno una questione di metodo, James Bond ne fa da sempre una questione di stile, producendo una virilità edonistica e rivestendola letteralmente. Smoking, camicia bianca, cravatte, cravattino, galloni di seta, calze rigorosamente nere e al ginocchio, gemelli ai polsi, fiori o pochette all’occhiello, scarpe di vernice sono il costume indossato da un corpo coerente al proprio mito e forte dei suoi difetti, che nell’eleganza delle (buone) maniere non trattiene il cazzotto e le battute migliori. Non ce ne vogliano George Lazenby, Roger Moore e Timothy Dalton, in rigoroso ordine di apparizione, per l’omissione ma vincitore ‘senza gara’, alle spalle di Sean Connery e di Pierce Brosnan, è il Bond massiccio e ruvido di Daniel Craig.

Esibito da Tom Ford come in una sfilata, dietro un paio di Aviator a specchio e dentro l’immancabile smoking, questa volta glamour e americano, Daniel Craig azzera il mito e si fa carico della rinascita del personaggio, affondandolo e rifondandolo. Aggiornato il taglio e la geopolitica bondiana, l’agente riparte da zero e dal doppio zero, impugnando la Walter PPK, inseguendo nemici sul tetto di un treno o a cinquanta metri da terra, innamorando Bond Girl e giocando a carte dentro il suo primo smoking, che sottolinea il suo perfetto fondo base, trattiene a stento la tensione del corpo e scioglie il cuore insieme al cravattino. L’abito nero e strech dello stilista texano muove finalmente la fissità del playboy con la pistola, assecondando il corpo in azione e l’action radicalizzata nella serie, favorendo i ripiegamenti e i movimenti del cuore. Svecchiato e riqualificato lo smoking di Bond si ‘sbottona’ aprendosi al melodramma, all’autobiografismo e al sentimentalismo. L’abito giusto per un corpo che si dà adesso come vulnerabile, mettendo a rischio la propria leggendaria virilità senza mai perdere il bon(d) ton.

Link : Chili Blog

Nessun commento:

Posta un commento