Bond Point
LE PAUSE
dell’Agente Segreto
Il Gritti Palace
di Venezia, tempio dell’ospitalità amato da Hemingway e da Fleming era anche una
delle tane di lusso dell’agente segreto più famoso, un indirizzo fondamentale
nel periplo dei luoghi dell’eccellenza amati da James Bond nel mondo.
di
Luca Bonacini
Bond è stato qui. Un antico palazzo affacciato
sul Canalgrande costruito nel 1475
dalla famiglia Pisani, divenuto poi residenza del Doge Andrea Gritti, e degli
Ambasciatori della Santa Sede a Venezia, fino alla trasformazione in Grand
Hotel nel 1895. Dopo quindici mesi di restauro e 35 milioni di euro, riapre la
perla della laguna l'hotel «Gritti
Palace» di Venezia, di proprietà
Starwood, che negli anni ‘50 fu il buen ritiro dorato dello scrittore Ernest
Hemingway di ritorno dalle cacce in Africa diviso fra i Martini dell’Harry’s e
quelli del Gritti, descritti nel volume uscito postumo “Di la dal fiume e tra gli
alberi”, dove il Premio Nobel
godrà di un rapporto speciale con il
barman incaricato di scegliere per lui i migliori champagne e preparare fior di Martini
Cocktail. Neppure Ian Fleming ha resistito al fascino di Venezia, scendendo
in più occasioni al Gritti, in compagnia della moglie e descrivendo minuziosamente
la città nei suoi romanzi. E Bond ? Nella
letteratura zero zero settiana non mancano rimandi al famoso hotel veneziano,
dove l’agente segreto chiedeva “la
miglior camera matrimoniale al primo piano”, e “in quel temporaneo stato di
euforia che provoca la prima sera a Venezia”, dormirà “senza sogni per otto ore
filate”. Il secondo giorno, invece,
“chiuse a chiave la porta della camera, si tolse la giacca ed ispezionò la
Walther PPK. Mise la sicura, si esercitò un paio di volte ad estrarla in
fretta, poi rimise l’arma nella fondina. Era ora di avviarsi.”
Ecco perché
il leggendario bar dell’Hotel Gritti, nel 2004 ha ricevuto dai presidenti del Bond Point Club Bonacini e Ferrario,la targa di Bond Point alla presenza del GM Marco Novella e del capo barman
Roberto Pellegrini che poi dilettò gli ospiti con Martini preparati a regola d’arte;
lo stesso luogo nel quale l’anno successivo si svolse un evento Bond nel quale vennero
celebrati i numerosi drink d’elezione di 007 e anche lo spritz, preparati e
spiegati dal solito Roberto Pellegrini,
impareggiabile uomo di relazioni e di shaker, che allietò gli ospiti mentre
in un clima irreale e il divieto di navigazione passava sul Canalgrande caricato
su potenti chiatte, un lungo pezzo del ponte Calatrava, che sarebbe stato
montato di li a pochi giorni. Un albergo riportato finalmente all’antico
splendore amato da Hugo Pratt, da Woody Allen, e anche dal Capo dello
Stato Giorgio Napolitano quando
arriva in laguna. L’imponente ristrutturazione ha ridato vita ai saloni
principeschi ai lunghi corridoi, al bar, al ristorante, alle suite che ora
hanno un nome non più un numero sulla porta, ognuna di esse è ispirata ai grandi
personaggi che sono venuti a Venezia e hanno segnato la storia della città. 61
camere e 21 suite, di cui la più lussuosa è la suite «Redentore» - 12.000 euro
a notte - strutturata su due piani, con un' ampia camera da letto, un
salotto-dining room e una spettacolare terrazza sul tetto di 250 metri quadri,
dotata di mini-pool e chaise longue, che si affaccia sulla città e sulla
laguna. Bentornato Gritti Palace !
Crediti:
Ansa – Mai Dire mai a un Martini Dry
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