Operation
Mincemeat,
la polpetta
(avvelenata)
che Ian Fleming
rifilò a Hitler
Il
saggio uscito in Inghilterra racconta tutti i segreti di un’operazione di
spionaggio inglese ai danni della Germania nazista. E svela il ruolo decisivo
dell’inventore di James Bond
Tradotto
in italiano suona decisamente meno charmant, e perde forse anche quella carica
di suspense che in questi casi è necessaria. Eppure, Operation Mincemeat (che
da noi si tradurrebbe semplicemente con
un culinario “Operazione polpetta”),
uscito da qualche tempo nelle librerie inglesi, svela fino ad ora segreti retroscena
nell’attività dell’intelligence britannica.
Con
questo saggio, lo storico ed editorialista del Times Ben Macintyre rivela “per la prima volta” tutti i dettagli e
i segreti di “uno dei più audaci atti di coraggio in tempi di guerra”. Il
riferimento è al colpo di spionaggio che permise agli Alleati di far dirottare
diverse migliaia di soldati di Hitler
nell’Europa dell’Est, in modo da rendere
più facile ed agevole lo sbarco in Sicilia del 9 luglio del 1943, da tempo
concordato tra Roosevelt e Churchill.
L’espediente?
Il corpo di un anonimo gallese già trapassato che, travestito e addobbato da
finti effetti personali, venne usato da
cavallo di troia e abbandonato nelle acque spagnole il 30 aprile del 1943.
Tra gli oggetti posticci del povero militare (deceduto, per tutt’altre ragioni,
da diversi giorni e puntualmente ritrovato dall’intelligence nazista) anche dei
finti “documenti riservatissimi” nei
quali si accennava ad operazioni militari imminenti da parte degli Alleati non
in Sicilia, ma in Grecia e Sardegna. I
nazisti abboccarono, trasferendo tre
divisioni panzer e distogliendo i rinforzi militari dall’isola.
Nell’operazione - informa il Times - ci
mise lo zampino anche il comandante Ian Fleming, inventore quindici anni
dopo del più letto agente segreto della letteratura, James Bond. Anche grazie al suo genio, a quanto pare, la polpetta
avvelenata venne data in pasto a Hitler e ai suoi uomini in camicia bruna.
Crediti
: Panorama.it
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