sabato 12 gennaio 2013

Affascinante Bérénice Marlohe


«Io, Bond girl bella e cattiva»
di Fabrizio Basso


Venezia - L’art de séduire. Chi debutta con un film che ha questo titolo e viene da Parigi, le tecniche per travolgere gli uomini le ha nel sangue. Dunque è stato facile per Bérénice Marlohe sedurre l’agente segreto più famoso al mondo, James Bond. Francese, 33 anni, con una scarso curriculum cinematografico, un mediocre curriculum televisivo e uno straordinario curriculum da modella, è la nuova Bond Girl. Sguardo nocciola e sorriso ampio, affianca 007 Daniel Craig in “Skyfall”, l’opera numero 23 della saga.

Signora Marlohe chi è realmente?
«Ha paura di me? La vedo un po’ rigido».
Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte a una Bond Girl.
«Si rilassi, per favore: non sono né una femme fatale né una mangiatrice di uomini».
Meno male. E chi è?
«Semplicemente una Bond Girl».
Interessante. E il suo primo appuntamento con 007?
«Da bambina, ovviamente, in Francia».
Ha cominciato presto. D’altra parte con quegli occhi…
«Guardi che non riesce a provocarmi. Ero una bambina e mi elettrizzava vedere le sue imprese in televisione».
Quando è scoccato il colpo di fulmine?
«Nessun segreto, in “Doctor No”»
In Italia il titolo è “Agente 007 – Licenza di Uccidere”.
«Ho sentito qualcosa del genere. Per me fu una folgorazione».
Ha provato a spostare lo sguardo sulle Bond Girl?
«Certo. Me li sono sciroppati tutti i film. Prima per passione e poi, quando ho saputo che in “Skyfall” sarei stata io, ho fatto un ripasso più approfondito. Ho studiato il personaggio attraverso le attrici e il loro modo di interpretarlo».
La numero uno?
«Ursula Andress. Se la ricorda quando esce dall’acqua in “Doctor No?».
Eccome. Quel bikini bianco turba ancora oggi, 50 anni dopo.
«Però Ursula è il simbolo di 007 ma non il mio personaggio femminile preferito».
Chi sarebbe?
«Io sto con i cattivi».
Lei? Con quei lineamenti così rassicuranti? Fuori il nome.
«Halle Berry quando ha fatto Giacinta Jinx Johnson in “La morte può attendere”?».
Cosa l’ha colpita?
«Ho trovato molto originale il suo modo di essere cattiva».

Però in Skyfall lei è una bomba di seduzione.
«Esserlo è un’arma in più. Il tempo ne ha modificato l’accezione».
Scusi?
«Oggi è fatale una donna con senso dell’umorismo, spirito di iniziativa e charme...».
Nel film si chiama Severine e si ispira a un personaggio creato da von Sacher-Masoch nel romanzo “Venere in pelliccia”.
«Perché, le dà fastidio....?».
No, ma c’è di mezzo von Sacher-Masoch.
«Si ispira a una canzone che fa parte della colonna sonora dell’omonimo film. Contento?».
Mah, non direi, ci si sarebbe atteso un po’ più di pepe.
«Beh, a questo giro le è andata male, le pare?».
Perché è testimonial Omega?
«Fin da piccola sognavo più la luna che il sole e quando ho saputo che Omega è andato sulla luna me ne sono innamorata».
James Bond per la prima volta beve birra.
«Le abitudini cambiano. Che ne so io...».
E l’immancabile Martini cocktail?
«Tranquilli tutti, c’è sempre. La birra è una alternativa».
Si mormora che abbia una bella voce...
«Certo. Ha dei dubbi? Vuole sentirmi cantare sotto la doccia?».
Ora non esageriamo?
«Peggio per lei, sotto la doccia vado con la quinta sinfonia di Mahler».
Scherza, vero?
«No. Ho studiato cinque anni il pianoforte, amo la musica».
È pure pittrice?
«Quante cose sa. Eseguo ritratti e disegni astratti. Un giorno mi piacerebbe fare una mostra».
Come Sam Mendes regista?
«Bel professionista, ha una grande umanità, senso dell’umorismo».
La sua compagna in “Skyfall” è Naomi Harris: pare abbia visto Craig nudo a metà...
«Non capisco dove va a parare».
Lei ha visto l’altra metà? E se sì quella di sopra o di sotto?
«Furbacchione. Forse qualcosa ho visto ma la lascio col dubbio».
Dove sarà tra vent’anni?
«In una grande casa in riva al mare con la mia famiglia, tanti amici e buon cibo».
La chiamano “splendida brunetta”?
«Mi ha vista? Secondo lei bastano due parole e neppure speciali per descrivermi?».
Permalosa, eh?
«Ce ne vogliono molte, ma molte di più. Splendida brunetta va bene ma solo come punto di partenza».

Crediti : Secolo XIX

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