mercoledì 18 settembre 2013

LE AUTO DELL'AGENTE SEGRETO

Eleganza e velocità quando l'agente 007 si mette al volante
di Andrea Chimento



Cinquant'anni al servizio segreto di sua maestà e… alla guida di automobili di lusso: la saga cinematografica di James Bond, iniziata nel 1962 con «Licenza di uccidere», ha portato sul grande schermo alcuni tra i veicoli più affascinanti del secolo scorso. Nei ventitre film targati 007, i produttori hanno selezionato motori che hanno fatto la storia del cinema (e non solo), spesso dopo aver stipulato ricchi contratti con le case automobilistiche. In principio, nell'avventura di esordio di Bond, c'erano la Sunbeam Alpine (una versione classica priva degli accessori di Q) e la Chevrolet Bel Air: quest'ultima, di colore nero, è la prima automobile guidata dal celebre personaggio. Nel secondo capitolo, «Dalla Russia con amore» del 1963, l'eroe passa al volante di una Bentley Continental (citata anche nei romanzi di Ian Fleming), modificata con un motore Mark IV da 9.500 cc. Solo successivamente appare sulla scena l'auto bondiana per eccellenza: l'Aston Martin DB5, che esordisce in «Goldfinger» (1964) e ritorna in diverse pellicole seguenti. I fan della saga ricorderanno gli optional della mitica vettura: mitragliatrici anteriori e posteriori, cortina fumogena, scudo posteriore antiproiettile, sedile passeggero iettabile e targhe intercambiabili. Bistrattato ai tempi dell'uscita in sala e oggi ampiamente rivalutato, «Al servizio segreto di sua maestà» (1969), unico capitolo con George Lazenby nei panni di 007, vede protagonista l'Aston Martin DBS, anche nella struggente sequenza finale in cui Bond assiste alla morte della moglie, sposata pochi minuti prima.



Un importante cambiamento avviene nel 1973, anno di «L'uomo dalla pistola d'oro» con Roger Moore: i produttori stipulano uno storico accordo con l'American Motors, che gli frutterà cinque milioni di dollari in cambio dell'utilizzo esclusivo dei loro modelli nel corso del film. Impossibile dimenticare il salto più spettacolare realizzato dall'agente segreto (lo stuntman dovette ripetere la scena due volte per volere del regista Guy Hamilton) a bordo di una AMC Hornet. Moore, in seguito, guiderà più volte una Lotus Esprit (in «La spia che mi amava» del 1977 e in «Solo per i tuoi occhi» del 1981) e persino una Alfa Romeo Alfetta GTV6 in «Octopussy-Operazione piovra» del 1983. Dopo gli insuccessi dei due film con l'attore Timothy Dalton (in «Zona pericolo» del 1987 sono presenti l'Aston Martin V8 Vantage e l'Audi 200 Turbo Quattro), la saga si riscatterà con l'esordio di Pierce Brosnan in «Goldeneye» (1995) di Martin Campbell. Per questo nuovo inizio si punta sul ritorno della classica Aston Martin DB5, su una Bmw Z3 Roadster e persino su una Ferrari F355 GTS pilotata dalla malvagia Xenia Onatopp, interpretata da Famke Janssen. Ancora più in grande gli accordi stipulati per il successivo «Il domani non muore mai» (1997), che riuscì a pareggiare il budget soltanto grazie al product placement, ottenendo la cifra record di 100 milioni di dollari: tra i brand che hanno "contribuito" un posto d'onore alla BMW, che ha scelto per Bond i modelli 750iL e Z8 (apparsa in «Il mondo non basta» del 1999).



Tre anni dopo, per «La morte può attendere», il brand selezionò ben venti partner che vollero apparire nel film: la sola Ford spese 35 milioni di dollari per sostituire la BMW. 007 guida una Ford Fairlane mentre la sensuale Halle Berry è al volante di una Ford Thunderbird. La casa statunitense sarà ancora presente nelle pellicole successive ma, visto che la saga ha deciso di ripartire da zero, in «Casino Royale» (2006) con Daniel Craig la parte del leone è tornata all'Aston Martin. In particolare, nel recente «Skyfall» (2012) l'auto con cui Bond fugge insieme a M verso la Scozia, è identica a quella di «Goldfinger», targa compresa. Un grosso cambiamento, come più volte sottolineato dai media, è invece legato nell'ultimo film alle abitudine alcoliche di 007: la Heineken ha sborsato ben 45 milioni di dollari per far degustare all'agente segreto qualche sorso della birra olandese (oltre a un ampio battage pubblicitario) in una breve sequenza del film.



Crediti | Link : Il Sole 24 Ore – Motori 24

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