“M” A VENEZIA
JUDY DENCH ACCLAMATA AL FESTIVAL DI VENEZIA CON
“PHILOMENA”
Chissà se Judy Dench "M" avrà pernottato al Bauer dove dormiva Ian Fleming, o come Bond avrà bevuto un Americano al Caffè Florian, e pranzato al Quadri, oggi dei fratelli Alajmo, ce la immaginiamo elegante e austera percorrere le calli per incontrare in tutto segreto un agente infiltrato. E invece è ospite del
Festival
di Venezia 2013, venuta a presentare un film che ha fatto molto discutere e che è piaciuto molto alla critica. Le madri, le suore e i bambini rubati di Philomena prenotano
un premio L'accoppiata Stephen Frears e
Judy Dench fa scattare la prima standing
ovation della 70/a Mostra del Cinema. Con una storia di amore e dolore
racconta con maestria e perfino ironia
Con Philomena
Stephen Frears e Judy Dench entusiasmano Venezia. Il regista inglese porta sullo
schermo The lost child of Philomena Lee di Martin Sixmith, che racconta una
sconvolgente e commovente storia vera.
Ed
è arrivata. Ci sono voluti 4 giorni di festival ma la prima standing ovation di
Venezia 70 è finalmente arrivata. Ed è stata tutta per il film Philomena di
Stephen Frears e per il suo fantastico cast di autori e attori.
A cominciare da
Judy Dench che presta volto e corpo alla Philomena del titolo, anziana signora
irlandese rimasta incinta, adolescente, nel 1952 e mandata nel convento di
Roscrea dove le suore aiutavano le ragazze «perdute» a partorire «‘nel
dolore», per espiare il proprio peccato…), salvo strappar poi loro i bambini
per darli in adozione a famiglie facoltose, prevalentemente americane.
Anche
a Philomena viene sottratto il piccolo Anthony e per 50 anni la donna non
smetterà di cercarlo senza alcun esito. Fino all’incontro con Martin Sixworth,
giornalista di successo in crisi professionale e personale che, intrigato dalla
sua storia, riesce a darvi una svolta decisiva.
Basato su vicende
realmente accadute e sostenuto da una sceneggiatura impeccabile e brillante – firmata anche da
Frears e dal co-protagonista, il bravo Steve Coogan – il film è una storia di
dolore e di ingiustizia, di fede e di rimpianto, di amore e di perdono. E
dell’imprevedibile amicizia tra un colto, cinico e mondano media man inglese
con una anziana, semplice e materna signora irlandese della working class. E
nel minuetto delle loro battute, sempre
pieno di humor anche nei momenti più commoventi e toccanti, è un attimo
passare dalle lacrime alla risata e affezionarsi a questa deliziosa madre
coraggio appassionata di romanzetti stile Harmony.
A sette anni da The
Queen Stephen Frears
ha portato in trionfo a Venezia un’altra regina del teatro e del cinema inglese
alla quale più di qualcuno predice (o augura) lo stesso destino di Helen Mirren
nel 2006: prima Coppa Volpi a Venezia e poi l’Oscar.
Crediti | Link : Vanity Fair
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