martedì 3 settembre 2013

C'è "M" a Venezia

“M” A VENEZIA
JUDY DENCH ACCLAMATA AL FESTIVAL DI VENEZIA CON “PHILOMENA”



Chissà se Judy Dench "M" avrà pernottato al Bauer dove dormiva Ian Fleming, o come Bond avrà bevuto un Americano al Caffè Florian, e pranzato al Quadri, oggi dei fratelli Alajmo, ce la immaginiamo elegante e austera percorrere le calli per incontrare in tutto segreto un agente infiltrato. E invece è ospite del
Festival di Venezia 2013, venuta a presentare un film che ha fatto molto discutere e che è piaciuto molto alla critica. Le madri, le suore e i bambini rubati di Philomena prenotano un premio  L'accoppiata Stephen Frears e Judy Dench fa scattare la prima standing ovation della 70/a Mostra del Cinema. Con una storia di amore e dolore racconta con maestria e perfino ironia

Con Philomena Stephen Frears e Judy Dench entusiasmano Venezia. Il regista inglese porta sullo schermo The lost child of Philomena Lee di Martin Sixmith, che racconta una sconvolgente e commovente storia vera.  

Ed è arrivata. Ci sono voluti 4 giorni di festival ma la prima standing ovation di Venezia 70 è finalmente arrivata. Ed è stata tutta per il film Philomena di Stephen Frears e per il suo fantastico cast di autori e attori.  

A cominciare da Judy Dench che presta volto e corpo alla Philomena del titolo, anziana signora irlandese rimasta incinta, adolescente, nel 1952 e mandata nel convento di Roscrea dove le suore aiutavano le ragazze «perdute» a partorire «‘nel dolore», per espiare il proprio peccato…), salvo strappar poi loro i bambini per darli in adozione a famiglie facoltose, prevalentemente americane.  

Anche a Philomena viene sottratto il piccolo Anthony e per 50 anni la donna non smetterà di cercarlo senza alcun esito. Fino all’incontro con Martin Sixworth, giornalista di successo in crisi professionale e personale che, intrigato dalla sua storia, riesce a darvi una svolta decisiva.  

Basato su vicende realmente accadute e sostenuto da una sceneggiatura impeccabile e brillante – firmata anche da Frears e dal co-protagonista, il bravo Steve Coogan – il film è una storia di dolore e di ingiustizia, di fede e di rimpianto, di amore e di perdono. E dell’imprevedibile amicizia tra un colto, cinico e mondano media man inglese con una anziana, semplice e materna signora irlandese della working class. E nel minuetto delle loro battute, sempre pieno di humor anche nei momenti più commoventi e toccanti, è un attimo passare dalle lacrime alla risata e affezionarsi a questa deliziosa madre coraggio appassionata di romanzetti stile Harmony.  

A sette anni da The Queen Stephen Frears ha portato in trionfo a Venezia un’altra regina del teatro e del cinema inglese alla quale più di qualcuno predice (o augura) lo stesso destino di Helen Mirren nel 2006: prima Coppa Volpi a Venezia e poi l’Oscar.



Crediti | Link : Vanity Fair

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