50 anni di Bond (James Bond)
Per festeggiare il suo anniversario con "Skyfall", 007 ritorna a Istanbul e punta al record d'incassi. Grazie alla concentrazione assoluta di Daniel Craig
di SIMONE PORROVECCHIO
Quindici Audi distrutte e sei Landrover a pezzi. Per una sola scena. Perché, come sempre, la stella di James Bond brilla quanto più si allunga la lista delle spese di produzione. Del resto, nessuno si sogna di badare a spese, proprio ora che ci sono da celebrare i 50 anni di 007, partito nel 1962 con Licenza di uccidere.
In Skyfall, titolo n. 24 del serial più fortunato della storia del cinema, sugli schermi in autunno, Bond torna a Istanbul per la terza volta dopo Dalla Russia con amore (1963, con Sean Connery) e Il mondo non basta (1999, protagonista Pierce Brosnan). Dopo la pausa forzata per l'insolvenza dei mitici Studi Mgm, la troupe ha invaso Istanbul, dove la centralissima Sultanahmet Square è rimasta off limits per settimane.
Ma ora i set sono alle battute finali. Il nuovo Bond, affidato alla regia del talentoso Sam Mendes (American Beauty, American Life) secondo le intenzioni dell'inglese Eon Productions (che gestisce copyright e marchio 007 d'intesa con Columbia e Sony), dovrà lasciare il segno. E mettere in sicurezza i conti per i prossimi 10 anni. L'anteprima mondiale è fissata il 26 ottobre a Londra.
Si doveva girare anche in Sudafrica e in India, nel distretto di Sarojini Nagar a New Delhi e tra Goa e Ahmedabad. Ma il Sudafrica è saltato. Dell'India la Eon conferma metà programma. Sicure invece le location a Shanghai e su un'isola abbandonata di fronte a Nagasaki, in Giappone. Negli Highlands scozzesi, a Duntrune Castle, contea di Argyll e Glencoe, le sequenze finali.
Il budget, a oggi, è ufficialmente di 150 milioni di dollari. Comunque 50 in meno del precedente Quantum of Solace. E voci assai vicine alla Eon confermano la fiducia in un record d'incasso assoluto (per la serie) da superare entro gennaio 2013: 700 milioni di dollari sono sulle bocche, e nei sogni, di molti manager. Il Boss della produzione Michael G. Wilson conferma l'altra particolarità di Skyfall. "La presenza di una troupe su ogni set per racchiudere quest'anniversario in un documentario".
La strategia sicura è puntare sul collaudato, che non significa però essere prevedibili. Il volto resta quello di Daniel Craig (del resto i suoi Casino Royale e Quantum of Solace hanno battuto tutti i record, con 580 milioni di dollari di media a uscita), ma c'è Javier Bardem nel ruolo del cattivo Raoul Silva. E chi ha in mente la sua interpretazione dello psicopatico di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen, sa cos'è un Bardem cattivo.
Dalla parte del bene ci sarà Judy Dench nel tailleur stretto di "M", boss dell'M16, comandante in capo di Bond (per la settima volta nella parte) e Ralph Fiennes è Mallory, altro pezzo grosso di Sua Maestà britannica. Torna il simpatico 'Q', braccio destro di Bond, inventore per anni sparito dalla serie, che ora ha il volto seducente di Ben Whishaw, e Albert Finney è Kincade.
Due le nuove Bond Girl (l'etichetta che sta a 007 come Andy Warhol alla Pop Art). Sévérine ha le sembianze francesi di Bérénice Marlohe, che spiega: "Definire una Bond Girl "glamour ed enigmatica" è un cliché sicuro. Io mi sono isipirata alla Xenia Onatopp di Famke Janssen", l'attrice e modella olandese protagonista di GoldenEye (Bond n. 18, 1995).
L'altra, Eve, agente M16 sul campo, ha le radici giamaicane e le ciglia da cerbiatta di Naomie Harris (Pirati dei caraibi e Ninja Assassin), che la definisce "una donna eccezionale, un personaggio avvincente, uno dei pochi a tenere testa a Bond". La novità meno scontata di Skyfall è Sam Mendes, 46enne regista nato e cresciuto alla Royal Shakespeare Company, diventato celebre al cinema per lo studio dell'America dei sobborghi.
Perché Bond? Dopo l'Oscar per American Beauty lo aspettava una comoda carriera su misura nel cinema d'autore, ma Mendes fa il suo dovere ripetendo mille volte che per lui la scissione tra cultura alta e pop è carta straccia, non l'accetta. "Oggi in un Bond film è possibile incorniciare la storia in una narrazione importante, di qualità. Craig ha riaperto questa possibilità.
Improvvisamente c'è di nuovo un Bond vivo, umano, credibile". D'accordo. Ma che succede in Skyfall? "Abbiamo una storia molto brillante, che non posso, nessuno della crew può, rivelare. Neanche un dettaglio", fa sapere alla stampa Daniel Craig. "Wait and see", aggiunge. L'attore parla poco ma non nasconde di godersi il circo. La stampa turca ha scritto che scene come quelle girate a Istanbul non si erano mai viste.
Insomma sarà la parte turca di Skyfall, quella centrale, la più accattivante. Il sindaco della capitale ha dato carta bianca, e si son viste carovane di Land Rover sfrecciare nel mezzo dello storico mercato delle spezie, a un palmo dalla Moschea di Yeni Camii, sugli immancabili tetti del centro e giù nel Grand Bazaar. La sensazione è quella di un ritorno alla regia d'azione più classica, anche grazie a un budget altissimo, con centinaia di tagli rapidissimi che sullo schermo diventano un secondo.
"In definitiva è questo che il pubblico vuole da un film di 007", ragiona Craig. "L'obiettivo è il vortice, il disordine perfetto, lo scompiglio, il caos geometrico ". Ma farlo bene è una cosa da artigiani. "Guai ad avere riguardi per le cose di valore, tipo i passanti (ma non facciamo male a nessuno, s'intende) o l'architettura. L'effetto dev'essere totale e dev'esserlo sempre di più, altrimenti addio competizione, addio Bond".
Confida Craig che l'unicità di Skyfall sta nei tantissimi professionisti concentrati sul set. "Ognuno nel suo perimetro di competenza". Perché un Bond film, e Skyfall più di sempre, dev'essere una macchina perfetta, "un impianto gigantesco e preciso", un ingranaggio collettivo che traduce eccesso, distruzione, audacia in procedure organizzative.
L'estasi da adrenalina trasformata in settimane di paziente pianificazione. "I set sono come puzzle di diecimila pezzi. Ogni puzzle finito, è una scena di trenta secondi". Istanbul è la città più amata da Ian Fleming, l'inventore di Bond. "La luce della luna sul Bosforo è qualcosa che non avevo mai visto in vita mia", conferma Craig.
E giornalisti turchi in visita sul set hanno scritto di "orientalismi". Che, come Mendes e Craig sanno, tra gli intellettuali turchi è una garbata offesa. "I film su 007 hanno sempre sfruttato le location. Ma le hanno anche celebrate", annota Daniel. Per Mendes l'obiettivo è stato raggiunto: mostrare la bellezza storica di Istanbul e pure la sua sconcertante modernità. "Ma la città del 2012, non una fantasia del passato".
L'attore ha imparato a essere James Bond. Chi lo ha seguito sul set di Skyfall ha ammirato la serietà, la concentrazione, mai viste prima. A 44 anni è la colonna della James Bond & Co: in due film ha imparato a essere 007. E conclude: "È stato un lungo viaggio. Ma ora sono arrivato. E la vista, da qui, mi piace moltissimo".
Postato da La Repubblica 2012